Altro che acquisto di un calciatore, l'affare Dybala è stato un intrigo internazionale che oggi si arricchisce di un nuovo capitolo. Il patron del Palermo, Maurizio Zamparini, è stato sentito dai pubblici ministeri Dario Scaletta e Francesca Dessì.
"Sono qui per spiegare come sono andate le cose - dice Zamparini nel corridoio del Palazzo di giustizia, accompagnato dall'avvocato Enrico Sanseverino -. Ho presentato un esposto su situazioni che nel mondo del calcio non si dovrebbero vedere”. Poche parole anche per soddisfare la curiosità del cronista sul futuro societario: “Ci sono tre cordate interessate al Palermo, due asiatiche e una americana. Stiamo valutando le proposte con gli avvocati. Poi, decideremo”. Va via da Palermo? “No, sono gruppi che hanno bisogno ancora della mia presenza per alcuni anni”. E se le trattative non andassero in porto? “Resterò proprietario del Palermo, ma non sarò più il presidente”. Un altro anno di tribolazioni per i tifosi? “Possono stare tranquilli, è stato un anno disgraziato ma non si ripeterà”.
Poi, Zamparini entra nella stanza dei pubblici ministeri Scaletta e Dessì per spiegare nei dettagli di quanto anticipato nell'esposto che ha presentato in Procura il 12 aprile scorso, tramite l'avvocato Sanseverino. Il presidente, in sostanza, si sente raggirato. Ritiene di avere sborsato una manciata di milioni di euro in più di quanti ne avesse pattuito con il club titolare del cartellino, con i procuratori argentini che hanno mediato la trattativa e con le società che detenevano i diritti economici del giocatore. Perché comprare un calciatore non è affatto semplice. Alla luce dell'esposto di Zamparini somiglia più ad un groviglio infernale di firme e documenti.
Ecco come racconta i fatti Zamparini. Nell'aprile del 2012 l'allora direttore sportivo rosanero Luca Cattani segnala il giovane talento argentino. Bisogna comprarlo perché diventerà un fuoriclasse. Dybala è tesserato dall'Istituto Central de Cordoba. Viene fissato un incontro a Vergiate fra Zamparini, il procuratore argentino Gustavo Mascardi incaricato dalla società e Vincente Montes Flores, consulente della Pencil Hill Ltd, società londinese alla quale la squadra di Dybala ha ceduto i diritti economici del calciatore e che sarebbe riconducibile allo stesso Mascardi
Il 24 aprile arriva la firma sul preliminare d'acquisto. L'argentino costa 11 milioni e 860 mila euro, compresi i diritti del club argentino e dello stesso Mascardi che avrebbe girato due milioni al procuratore per ottenere la firma del giocatore. Il 30 aprile il Palermo versa i primi due milioni alla società argentina. Solo che, così viene ricostruito nell'esposto, la firma sul contratto non arriva. Anzi, il nuovo direttore sportivo rosanero, Giorgio Perinetti, apprende che il procuratore di Dybala, Gonzalo Rebasa, è andato a Londra per proporre il calciatore al Tottenham. Rebasa avrebbe addirittura fatto sapere di non essere mai stato contattato né dall'Istituto né da Mascardi. Il 19 luglio in un hotel di Milano Perinetti incontra Dybala e Rebasa. Sottoscrivono una scrittura privata con la quale il Palermo si impegna a versare due milioni al procuratore. E così arriva la firma del contratto.
Non è tutto però perché contestualmente la società di viale del Fante riconosce all'avvocato Riccardo Petrucchi, pure lui presente all'incontro di Milano, un compenso di tre milioni e mezzo per l'intermediazione “con ciò di fatto annullando e sostituendo - si legge nell'esposto - la scrittura privata con Rebasa”. In quel contesto i diritti economici passano alla società Pluriel, anch'essa con sede a Londra. Zamparini parla di “ben articolato artifizio o altro”, in cui sarebbe stata “trascinata la società per non vanificare l'acquisto del giocatore e non compromettere il primo pagamento da 2 milioni di euro in favore dell'Istituto de Cordoba”. Con l'esposto Zamparini vuole mettersi al riparo anche dai possibili rischi per la società. Non lo convincono i pagamenti alla Pencil Hill. Zamparini nei mesi scorsi ha bloccato tutto. Solo che la Pencil ha fatto ricorso al Tribunale arbitrale dello Sporto e l'Us Città di Palermo è stata condannata a pagare.
L'anno scorso il Palermo vende Dybala alla Juventus. "In quella fase l'imprtante trattativa rischiava di saltare - si legge nell'esposto - per l'ostinata richiesta dei Dybala, il calciatore e il fratello, di ricevere dall'Us Citta di Palermo la somma di due milioni e cento mila euro già promessa dal Rebasa alla famiglia Dybala in occasione della sottoscrizione del contratto". Per non fare saltare l'affare Zamparini sarebbe stato costretto "ad assumersi quest'ulteriore onere economico". Ora sono i pm Scaletta e Dessì a indagare sull'intrigo internazionale.
Fonte: Livesicilia.it