“Stanco, amareggiato, consapevole degli errori, anche se non lo ammette e per questo non ancora domo. Maurizio Zamparini a fine stagione lascerà, ma non vuole farlo da perdente e la decisione di riprendere Ballardini si spiega così. «E’ la mossa della disperazione – dice il presidente – perché con la prestazione vista con la Lazio si retrocede. Ballardini ridarà il gioco che è anche quello che faceva Schelotto, i giocatori lo conoscono. Abbiamo un piede in B, ci manca la mentalità, sono retrocesso anche con Dybala e Ilicic. Non siamo abituati a combattere come Carpi e Frosinone però abbiamo ancora delle possibilità e ci credo ancora. Comunque andare in B non è la fine del mondo. L’altra volta ci ho rimesso 30 milioni, ora c’è un paracadute importante». Su Novellino: «Gli voglio bene, ma era un compito più grande di lui. E’ po’ attempato. Troppi esoneri? Io ho cacciato solo Iachini. Tre allenatori sono andati via, non li ho mandati via io». VENDO Gli atti di violenza prima della partita con la Lazio e la forte protesta durante e dopo la gara lo hanno scosso. «Mi sono sempre vantato dei tifosi palermitani, i fatti di domenica non appartengono allo sport». La contestazione comunque non è il motivo principale della sua uscita di scena: «Adoro Palermo e il calcio, devo vendere perché ho 74 anni – continua – anche se resto in A, e se non vendo non faccio più il presidente, però cederò soltanto a mani solide e sicure. Ho 34 trattive in corso all’estero molto avanzate»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.
Fonte: ilovepalermocalcio.com